venerdì, 29 Marzo, 2024
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PRODUZIONE OLIO DI OLIVA ITALIANO: ANALISI DEL CONTESTO UE – EXTRA UE

PRODUZIONE DI OLIO DI OLIVA ITALIANO NEL CONTESTO DEL MEDITERRANEO E CONSIGLI PER ATTIVITA’ DI ESPORTAZIONE

Olio di Oliva Italiano: È di pochi giorni fa la notizia che la UE ha stanziato 6.2 milioni di Euro a COGIA per aumentare l’approvvigionamento, l’imbottigliamento e le esportazioni di olio verso la UE. Con quest’ultimo sono sei i progetti finanziati da BERS per l’olivicoltura di Tunisi dal 2017 ad oggi, nell’ambito di un progetto di cooperazione allo sviluppo effettuato in collaborazione con la FAO.
La notizia dei sostegni alla Tunisia giunge in una situazione attuale che vede in difficoltà i produttori di diverse aree vocate all’olivicoltura del nostro Paese, come la Puglia e la Calabria, alle prese con un mercato attendista con prezzi bassi e rese produttive fortemente influenzate dall’andamento climatico.

A preoccuparli anche la nuova Pac che, per il settore olivicolo, prevede un consistente taglio dei pagamenti comunitari oggi destinati ai produttori di olio di oliva itlaiano e regole stringenti per l’accesso ai fondi per i programmi operativi “Non è in discussione” ha osservato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – il programma di sostegni all’olivicoltura della Tunisia, così come gli altri interventi UE verso i Paesi meno avanzati.

C’è però da chiedersi se gli incentivi allo sviluppo della filiera possano coesistere con programmi di facilitazioni nei dazi per l’accesso dell’olio tunisino sul mercato europeo.

D’altro canto, se si analizza in maniera “sistematica” la problematica “produzioni Olio ITALIANO” bisogna fare un passo indietro ed analizzare maggiormente i dati ed il contesto che da anni si sta vivendo

Contesto Export UE ed Extra UE (2)

  • Da tre anni consecutivi la produzione mondiale di Oli derivanti da Olive è in diminuzione
  •  In Europa il leggero trend di aumento di produzione 2020/21 (+7%) è stato dovuto principalmente alle produzioni della Spagna (+23%) e di “altri paesi UE” non meglio identificati (+33%). Trend negativi per Italia (-25%) e Portogallo(-29), con la Grecia che sostanzialmente non ha variato le proprie quantità
  • In paesi Extra UE il trend 2020/21 ha visto una diminuzione di produzione di Olio derivanti da Olive (-22%) con la Tunisia (-66%) e “altri paesi non UE” non identificati (-19%) come nazioni a peggior performance
  • Le stime per la Spagna e Grecia per la raccolta 2021/22 sono a ribasso, mentre il Portogallo e l’Italia si prevede un trend positivo( per l’Italia di 290-300 mila tonnellate di olio con un aumento dell’ 11% rispetto all’anno precedente) (3)
  • L’ Italia conferma, il trend in aumento d’esportazione verso i paesi UE e soprattutto Extra UE, in particolare verso gli USA (indipendentemente dall’azione direi “commerciale” dell’etichettatura Nutriscore)
  • Tra Ottobre 2020 e Giugno 2021 sono stati esportati tra stati membri della UE 827 mila tonnellate di olio di Oliva, di cui 363.3 mila tonnellate importate in Italia, con un totale di olio esportato nei paesi Europei di 488 mila tonnellate di Olio da parte della Spagna e di circa 97 mila tonnellate da parte dell’Italia.
  • Dal 2015 al 2020 i maggiori paesi Extra UE che hanno esportato in UE l’olio di Oliva sono rispettivamente
    a) Tunisia (99784 tonnellate)
    b) Syria (7895 tonnellate)
    c) Marocco (6898 tonnellate)
    d) Turchia (6392 tonnellate)
    e) Altri paesi

Da questi dati si vede come la Tunisia diventi per la UE uno stato essenziale per il fabbisogno di oli di Oliva per tutti gli stati membri, e come il trend dell’ Export Intra UE e soprattutto extra UE sia un fattore determinante negli equilibri di produzioni e richieste dell’ Olio di Oliva in generale.

Situazione Interna dell’olio di oliva Italiano: Problemi in Italia (Esempio Puglia) (4)

  • La Puglia è senza alcun dubbio la regione con maggior capacità produttiva di Olio d’Oliva in Italia. Va ricordato come la Puglia sia la regione con più̀ aziende, maggiore superficie di olivi e con più̀ frantoi e contribuisce per circa il 47,5% alla produzione nazionale di olio extra vergine di oliva.
  • La campagna olivicola 2021/2022 si è aperta nel peggiore dei modi. In Puglia, gli olivicoltori sono costretti a dover lottare per cercare di ottenere una minima remunerazione dalla vendita dell’olio extravergine, che rappresenta uno dei settori strategici dell’economia Regionale e uno dei prodotti
    più̀ ricercati al mondo.
  • L’olivicoltura pugliese, nel 2021, è stata messa in ginocchio da quella che può definirsi una crisi epocale, frutto di una vera e propria ‘tempesta perfetta’ causata da: basso prezzo delle olive e dell’olio, resa inferiore alla media, grandi difficoltà nel reperire la manodopera necessaria al raccolto. Si vende a 35-40 euro al quintale, anche nelle zone più a sud della regione messe in ginocchio dalla Xilella, mentre il primo olio prodotto ha una quotazione che oscilla fra i 3,80 euro e i 4 euro al litro. La qualità dell’extravergine appare eccellente in tutta la Puglia, ma si registra il 12- 13% di resa (12-13 kg di olio per ogni 100 chilogrammi di olive) contro una media degli ultimi anni del 15-16%.
  • Altro fattore importante è la partenza di circa 1000 tonnellate al giorno (4) di olive fuori regione (Umbria Toscana, Liguria). Per ridurre i flussi illegali di olio e olive, dalla Puglia (ma in generale dal sud) alle regioni del centro Nord, gli operatori chiedono la registrazione immediata sul portale SIAN di tutte le movimentazioni di prodotto fuori provincia (superiore alle 10 Tonnellate), oltre alla riduzione del tempo massimo per la registrazione sul portale SIAN della trasformazione delle olive, e alla strenua difesa rispetto all’agguerrita concorrenza straniera, e per questo motivo invocano anche incontri con Agea e Repressione frodi.
  • Chiesti inoltre interventi per sostenere gli olivicoltori nell’affrontare l’incremento dei costi energetici resisi necessari per sostenere le produzioni in un anno caratterizzato da particolare siccità, e il sostegno a programmi di tracciabilità, di identificazione della qualità e di sicurezza alimentare promossi dagli operatori pugliesi.
La denuncia arriva dalla Cia Agricoltori Italiani Puglia che evidenzia come “si stia riproponendo in modo drammatico un fenomeno che mortifica l’olivicoltura pugliese: olive e olio made in Puglia venduti e utilizzati altrove per dare sostanza e qualità alle produzioni di altre regioni”.

Conclusioni

La situazione in Italia e nelle sue regioni più rappresentative e la necessità da parte della UE d’importare Oli da paesi Extra UE può essere la chiave di lettura delle difficoltà che stiamo ed andremo ad incontrare nei prossimi anni nel proporre il Nostro olio di oliva italiano di Qualità in Italia ed all’estero

  • Contesto Interno: problemi produttivi, costi di Filiera (attrezzature, lavorazioni agricole, produzioni, ecc), burocrazia, organizzazione
  • Contesto Esterno: Stati con costi di produzione minori, meno burocrazia e controlli, necessità della UE di approvvigionamento
  • Contesto Ambientale e fitosanitario: cambiamento climatico, malattie delle piante, ecc

COSA PUO’ FARE IL PRODUTTORE DI OLIO DI OLIVA ITALIANO??

Se è vero che l’unione fa la forza, oggi come non mai è l’unica vera chiave di svolta, in un contesto dove

  • nazioni emergenti spingono per affermarsi,
  •  nazioni consolidate, a causa del caro vita e di regole ferree non possono competere con chi propone olio a basso costo ed a volte non applicando gli stessi principi di sicurezza
    alimentare/etichettatura,
  • leggi UE che in genere tengono conto “dell’insieme” e di scopi sovranazionali per l’inclusione di nazioni più sfavorite che richiedono dei tempi lunghi (e non si sa se mai colmabili) nel raggiungimento degli standard qualitativi dei paesi più sviluppati. Le parole principali sono, secondo me di seguito riportate in grassetto:
  • Aggregarsi (contratti di Filiera, Distretti di Filiera)
  • Politiche di Marketing e commerciali Comuni Italia/UE/Extra UE (Portali B2B, Portali B2C, Portali Ministeriali, Regionali, Associazioni di Filiere)
  • Utilizzo delle Risorse economiche che il PNRR metterà a disposizione
  • Raccontare in tutti i modi la qualità del prodotto, del luogo, dell’azienda (nessuno, né Cina né Tunisia o altri paesi possono vantare quello che abbiamo in Italia, è la nostra forza).
BIBLIOGRAFIA

1) agricoltura.it
2) europa.eu (30/09/21)
3) agronotizie
4) agricoltutìra.it puglia

A cura di Salvatore Intiglietta

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